Ue, preoccupa il semestre di Janez Janša

Al via il primo luglio la presidenza slovena che succede a quella portoghese. Il premier, amico di Orban e tifoso di Trump, è un nazionalista condannato per corruzione, nemico dei diritti civili e della libertà di stampa

Da domani la presidenza di turno dell’Unione europea sarà esercitata dalla Slovenia. Il bello della democrazia: per sei mesi un Paese di 2 milioni di abitanti, sui 450 milioni dell’Ue, rappresenterà il Consiglio (gli Stati) nelle relazioni con la Commissione e il Parlamento Ue e avrà il compito di agire come mediatore neutrale per portare avanti i dossier su cui deve avanzare l’Unione (Green Deal, stato di diritto, immigrazione, riforma del Patto di stabilità, Conferenza sul futuro dell’Europa).

Il testimone passa dal premier portoghese, il socialista António Costa, a quello sloveno Janez Janša, conservatore, nazionalista con una deriva autoritaria (ha anche una condanna per corruzione). Uno dei volti dell’Ue sarà, quindi, quello di un leader famoso per la sua sintonia politica con il premier ungherese Victor Orbán, che ha difeso anche durante l’ultimo Consiglio europeo in cui la maggior parte dei leader Ue si è scagliata contro la legge ungherese che paragona di fatto l’omosessualità alla pedofilia e che va contro i valori fondanti comuni dell’Unione.

Ma Janša è anche un fan dell’ex presidente Usa Donald Trump, che dichiarò l’Ue un nemico. Il 4 novembre scorso, quando regnava l’incertezza nei risultati delle elezioni statunitensi, twittò: «È abbastanza chiaro che gli americani hanno eletto Donald Trump e Mike Pence per 4 anni in più».

Per niente amante della libertà di stampa, in più occasioni si è scagliato contro i media sollevando più di una preoccupazione nei confronti del rispetto dello Stato di diritto. È l’unico Paese Ue che non ha ancora nominato i due procuratori delegati alla Procura europea Eppo, che dal primo giugno si occupa delle frodi al Bilancio dell’Ue. Per sei mesi gli Stati membri, che spesso sembrano preferire non vedere, saranno costretti a farlo: i valori Ue non sono negoziabili e i leader devono trovare il modo per fermare la marea antidemocratica che sta salendo.

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